Senso di colpa
La parola colpa proviene dal latino “culpa” alcuni etimologici fanno derivare da questo il termine latino (Cel-lo) cioè spingo, inteso come spinta a far male.
Il senso di colpa è un meccanismo psicologico che ci rimprovera quando facciamo qualcosa che va contro il nostro codice di comportamento. Ci rimprovera di “aver sbagliato qualcosa” o di aver “mancato in qualcosa” entrando così in una condizione di mancata percezione positiva di noi stessi che si manifesta principalmente nei contesti interpersonali. Scatenando quel che viene comunemente chiamato SENSO DI COLPA. Gran parte di questi codici di comportamento viene appresa e assorbita nel corso della nostra infanzia. Il senso di colpa viene inculcato dall’educazione ricevuta attraverso l’interazione con 4 figure importanti e fondamentali per noi: genitori, scuola, religione e società (amici, tv, regole, ecc.).Da bambini ci hanno insegnato che non si devono fare errori, e ce l’hanno manifestato attraverso le punizioni. Ci sono dei comportamenti che vengono associati con: errore = punizione, errore = voto negativo, errore =peccatore, ecc che condizionano la nostra mente e ci “insegnano” cosa è giusto e cosa è sbagliato. In una tenera età inizia a nascere in noi, questa nuova sensazione, che poi impariamo ad etichettare come senso di colpa. Ci sono inoltre alcuni comportamenti che intensificano questa sensazione di colpa. Frasi come: “comportati bene con la tua sorellina, se si fa male è colpa tua,…”, “mangia tutto, perchè ci sono bambini in Africa che non hanno nulla da mangiare…”, “se non fai i compiti, papà si arrabbia”, “Hai preso un voto negativo, non esci! Oppure frasi religiose come “devi confessarti perchè sei un peccatore”, La scuola ci ha inculcato la associazione: errore = voto negativo, invece la vita ci insegna tutt’altro. L’errore, +errore, + errore,… ci porta al successo. Per esempio, il bambino prima di imparare a camminare cade più volte e non per questo non merita il successo ( camminare ). Prima di imparare a parlare sbaglia molte volte, ma non per questo non merita il successo ( parlare ), ecc… Qualcosa su cui meditare.
Il senso di colpa si verifica attraverso una rabbia verso noi stessi che ci tormenta finché non facciamo qualcosa per rimediare. Considerato un’emozione “pro-sociale” poiché aiuta a mantenere buoni rapporti con gli altri. Ci spinge a fare determinate azioni come : “È il compleanno del nonno, devo ricordarmi di chiamarlo!”. Questi sensi di colpa ci appaiono nella mente come segnali, pensieri piuttosto brevi però la somma dei sensi di colpa può raggiungere una quantità significativa. Secondo uno studio sperimentiamo in media 5 ore settimanali di sensi di colpa se sommiamo tutti i momenti in cui ci sentiamo lievemente in colpa. In alcune persone il senso di colpa può presentarsi in modo particolarmente frequente e accentuato, alimentando vissuti dolori di inadeguatezza e bassa autostima. La colpa può essere utile in piccole dosi ma non in maniera esagerata poiché è come avere una suoneria fastidiosa a ripetizione che ci impedisce di pensare e concentrarci. Il senso di colpa spesso persiste per lunghi periodi e perciò può avere un effetto estremamente dannoso. Inoltre il senso di colpa incide negativamente sulla creatività, produttività ed efficienza. Non solo ci conduce ad avere performance più scarse, ma ci rende maldisposti a goderci la vita, il senso di colpa potrebbe farci rinunciare ad una cena, non festeggiare il nostro compleanno o non essere in grado di godere pienamente di una vacanza estiva.
Per alcune persone, il senso di colpa può fare anche danni peggiori come ad esempio portare all’auto-punizione Il Dobby Effect, un fenomeno che prende il nome dall’elfo nei libri di Harry Potter, si riferisce alla tendenza psicologica a ricorrere all’autopunizione per allontanare i sentimenti di colpa. Purtroppo non puniamo sempre solo noi stessi quando ci sentiamo in colpa, il senso di colpa può inoltre condurci ad evitare le persone che abbiamo ferito. Quando ci sentiamo in colpa verso qualcuno che abbiamo ferito tendiamo a prendere le distanze per evitare di entrare in contatto con il senso di colpa che ci provoca. Questa tendenza ad evitare i ricordi di colpa può espandersi a persone, cose o a luoghi ( “quello è il caffè dove mi ha lasciato il mio ex.. non voglio tornarci mai più”). I sensi di colpa non ci fanno solo sentire colpevoli, ma anche arrabbiati.
Ci sono persone che hanno l’abitudine di far sentire gli altri in colpa, lo fanno con il fine di controllare o manipolare l’altro, non rendendosi conto che questo comportamento provoca un forte risentimento nei loro interlocutori. Usare frasi come “Non mi sei venuto a prendere quando dovevi farlo!”, porta l’altra persone a soddisfare nell’immediato la richiesta fatta, ma, a causa della rabbia che provoca, la scoraggia a fare lo stesso in futuro. Risultato: ti verrà a prendere all’orario richiesto dopo che l’hai fatto notare, ma non è una garanzia che lo farà in futuro!!! Questo è il motivo per cui evocare sensi di colpa nell’altro è molto più dannoso per i rapporti di quanto si possa immaginare…Ci sono alcune persone che non hanno bisogno che le si faccia sentire in colpa, sono molto brave a farlo da sole. Sono individui inclini a sentirsi in colpa e a temere di aver ferito qualcuno anche se non l’hanno fatto!
Quando la nostra “soglia” per il senso di colpa è molto bassa, rischiamo di sentirci colpevoli anche quando non dovremmo. Come risultato, possiamo pensare di aver ferito qualcuno anche quando non è stato così, e questo ci può portare a pensare che alcune persone ci disapprovino quando in realtà non lo fanno.Questo ci porta a vivere in uno stato di costante e non necessario stress che può incidere negativamente sulla nostra qualità della vita portandoci a sentirci più pesanti e affaticati.
È un’emozione che ci logora, consuma l’autostima e la sicurezza in noi stessi e ci rende inferiori agli occhi degli altri.
Non sei l’unico, a tutti capita di sentirsi in colpa!
Ma sentirsi in colpa è sempre negativo?
Non sempre, infatti, la colpa è necessaria alla crescita personale; accresce il senso di responsabilità e ti può aiutare a capire che hai commesso un errore o che qualcosa non va come dovrebbe.
Il sentirti in colpa ti permette spesso di riparare un danno, fornendo all’altro le scuse dovute e mettendo in atto un comportamento per ristabilire un equilibrio.
Purtroppo gli effetti negativi del senso di colpa spesso superano di gran lunga quelli positivi diventando un vero problema per la persona.
Il senso di colpa può modificare l’immagine che abbiamo su noi stessi incidendo negativamente sulla nostra autostima e sull’autoefficacia cioé, la possibilità di interagire efficacemente con il proprio ambiente di riferimento. Incide inoltre sull’azione, bloccandola.
La psicologia della gestalt ci offre uno sguardo molto interessante sulle “vie d’uscita” al senso di colpa. La strada da percorrere, come per altre forme di sofferenza interiore, è quella dell’autoconsapevolezza.
Alcune strategie per eliminare il senso di colpa
1) Elimina il senso di colpa
Per superare il senso di colpa è fondamentale consapevolizzare questa emozione. Essere consapevole di provare un’emozione o di avere una convinzione limitante è il primo passo per ottenere un cambiamento o una crescita personale.
-Inizia a tenere un diario in cui scrivi tutte quelle situazioni e momenti in cui ti sei sentito in colpa, riportando che ti stai lasciando sfuggire il presente perché vivi angosciato per il passato. Questo ti permetterà di approfondire il tuo senso di colpa.
-Accetta che sei umano.
Noi esseri umani facciamo errori costantemente! Tutti noi possiamo sbagliare, violare regole e qualche volta non comportarci con integrità e correttezza. Dico sempre: “solo sbagliando si impara”.
Dare il meglio di te stesso è lodevole ma ricordati che non sei una macchina o un robot.
Albert Einstein affermava “Se fai le stesse cose e nello stesso modo otterrai gli stessi risultati”, quindi per modificare i risultati occorre o fare cose diverse oppure fare le stesse cose ma con modalità differenti. Dunque, possiamo “sbagliare”.
Ha senso portare un peso che ci tormenta tanto a tempo indeterminato per tutti questi errori?
La risposta è NO! Basta rimproverarti per i tuoi errori!
Ricordo di aver vissuto con un grande rimorso un anno intero da piccola, avevo 5 anni e frequentavo l’ultimo anno della scuola materna in Svezia. Mi ero innamorata di un piccolo pupazzo di plastica del asilo. Mi piaceva così tanto questo gattino che un giorno decisi metterlo nella mia tasca e portarlo a casa. Così fu. Passai notti in bianco pensando che ero una “ladra”. Solo dopo il primo anno della scuola primaria ebbi il coraggio di raccontarlo a mia madre e riportarlo all’asilo. Che sollievo!
-Dire a te stesso che hai fatto il meglio che potevi fare, che qualunque sia l’errore di giudizio che ti ha spinto a fare qualcosa di cui sei pentito è probabile che in quel momento quello fosse il meglio che potevi fare. Magari quando hai agito eri troppo arrabbiato, ansioso, triste o distratto per essere pienamente lucido. È importante sforzarci di accettare il fatto che, in alcuni particolari stati psicologici o fisici non possiamo dare il meglio e questo è assolutamente normale.
-Tu non sei responsabile della vita degli altri. Per esempio, ti senti in colpa perché tua madre ti ha chiesto di andarla a trovare ed aiutare a cambiare le lampadine della taverna e hai rifiutato a causa di un impegno preso in precedenza, non difficile da cancellare ma più divertente per te. Tua madre decide di cambiare le lampadine da sola, cade dalla scala e si rompe l’anca. È normale che tu ti possa sentire in colpa e rimproverarti per non essere andato ad aiutarla ed è certamente difficile allontanare il pensiero che se tu fossi stato a casa sua ad aiutarla avresti potuto prevenire l’incidente. Tu non sei responsabili dei comportamenti degli altri, neanche di quelli di tua madre. Sentirti di essere responsabile della vita di qualcun altro e di ciò che fa non è realistico e non ti aiuta a rasserenarti e a dare il giusto peso alle cose. Anche tua madre può aspettare!
-Non sentirti in colpa perché sei sopravvissuto ad un evento drammatico mentre altri non ce l’hanno fatta. Il senso di colpa “del sopravvissuto” è uno stato d’animo molto diffuso e tutti noi siamo tendenzialmente inclini a sperimentarlo quando qualcuno che ci è vicino non sopravvive ad una tragedia mentre noi si (terremoti, incendi, incidenti stradali ecc.). Mi auguro che tu non l’abbia vissuto. In queste situazioni è davvero importante riflettere sul fatto che a decidere chi debba perdere la vita in una tragedia il caso o il destino, e noi non abbiamo nessuna responsabilità nell’essere dei superstiti. Dovremo sentire gratitudine perché siamo vivi.
-Attribuisci a te stesso solo le tue responsabilità. Se per esempio, ti capita di fare un incidente in macchina, chiediti: “avrei realmente potuto prevenirlo?”. Un incidente è certamente qualcosa che non capita di proposito. Prova a riflettere sulle cause reali dell’incidente e attribuisci a ognuna di queste variabili il giusto peso. Ci sono più fattori che potrebbero aver inciso: la scarsa illuminazione, le condizioni della strada (bagnata e scivolosa, con ghiaccio, con le buche,…), l’errore del conducente dell’altra auto coinvolta e forse anche la tua stanchezza. È difficile non colpevolizzarsi in una situazione del genere ma ritenersi gli unici responsabili degli eventi è davvero poco realistico e non giusto.
-Chiediti se i tuoi standard di comportamento sono adeguati o sono troppo elevati. La tua famiglia di origine ti può aver incoraggiato ad adottare standard poco realistici e poco rispettosi di quello che sei. Per loro magari non sei mai stato all’altezza! La ricerca ossessiva della perfezione o uno standard poco realistico (troppo elevato) è una condizione che ci può condurre ad avere una bassa stima di noi stessi e a volte ci porta ad ammalarci di depressione. Accettati come sei, nonostante tutto. Nessuno è perfetto ne lo deve essere per forza. Inizia ad accettare te stesso e le cose che hai scelto anche se possono dar fastidio agli altri .È necessario che ti accetti così da far scomparire il senso di colpa che puoi sentire per non aver ottenuto l’approvazione degli altri.
-Mostra alle persone che provano di manipolarti attraverso il senso di colpa che sei capace di affrontare le delusioni provocate dal loro comportamento. Il risultato non è immediato, ma l’atteggiamento di queste persone cambierà quando vedranno che non possono obbligarti a sentirti in colpa.
2).Perdona.
Il perdono dipende da una piena e compassionevole comprensione di sé. Quindi è fondamentale che esplori tutti i fattori e le variabili implicate nel tuo errore per cercare di rivalutare te stesso meno negativamente. La chiave per liberarsi del peso del passato è il perdono. Il perdono libera il “colpevole” e chi è stato danneggiato. Basta ricominciare, lasciandosi alle spalle il dolore. Ci vogliono tempo, pazienza e compassione per concederlo ma questa virtù di perdonare renderà la vita più facile. In primis, impara a perdonare te, e poi, perdona gli errori degli altri.
3). Avanza.
Il senso di colpa si riferisce solo al passato, sentirsi male per qualcosa che non esiste più significa sprecare momenti, giorni, mesi o anni addirittura. Alla fine ti conviene lasciare andare il senso di colpa o continuare a rovinare anche il tuo presente e il tuo futuro?
Quando sei finalmente riuscito a perdonare, puoi alzare la testa e continuare a camminare. Il senso di pace è direttamente proporzionale al dolore che portavi dentro di te prima di perdonare.
4). Confrontati.
Apri il tuo senso di colpa a qualcuno di cui ti fidi, un amico, un parente o un professionista nel campo della Crescita Personale, in modo da avere un confronto oggettivo sul tuo problema. Nel caso di bisogno ti consiglio di rivolgerti ad un Life Coach, confrontandoti apertamente con lui ti aiuterà a vedere dei punti di vista che prima non consideravi.
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